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domenica 4 dicembre 2011

IL TOPINAMBUR ED IL KEBAP

IL TOPINAMBUR ED IL KEBAP
 STRANI GIORNI

Strani giorni, questi d'inizio dicembre.
Clima quantomai inusitato, che si trascina da
mesi sotto l'egida di una gigantesca cappa
d'alta pressione che non molla, non demorde
mentre nel Nord Europa fà disastri.
Niente pioggia, dall'inizio dell'autunno, se non
qualche scroscio poco significativo.
Oltretutto io sono da sempre amante dei climi
perturbati, delle giornate arieggiate (non
eccessivamente ventose, ovviamente), del cielo
parzialmente coperto come oggi, ventilato e
caldo (per la stagione), che mi dona una
sensibilità forse un po' bizzarra e lunare,
di chiaroscuri dell'anima, tra il malinconico
e l'euforico ma sempre piacevole.
Oltre questo, strani giorni di voglia di dolciumi,
ma anche di necessaria frutta, voglia e necessità
di tornare dentro limiti vegani ben definiti e
un po' troppe defaillances di una cucina di mamma
segnata dal solito ritorno di fiamma invernale
di cibi animali.
Io resisto bene a tutto, un pò meno bene al biscotto
dopo pranzo, od al cioccolatino (anche due-tre...)
nel pomeriggio.
Ma alla fine ho ritrovato la strada della frutta: non
piu' dal solito fruttarolo che vendeva frutta
spesso stantia di frigorifero, ma poca e buona
frutta di supermarket, dove lo smercio è maggiore
e più sollecito.
Clamoroso, poi qualche giorno fà, il regalo di una
anziana amica di mia madre, vicina di casa:
la simpatica e garrula vecchina, ha la campagna
e ci ha fatto dono di una gigantesca cassa di
frutta della sua terra: arance colle foglie ancora
attaccate, dalla buccia opaca e rugosa, come
le arance di tanti anni fà, dal sapore incredibile,
sugosissime (mi dispiace per le scheletriche
arance economiche sudafricane tutte scarto),
e dalla buccia impregnata di essenza da ingiallire
le mano al semplice contatto!
Poi mandarini (che non amo), limoni deliziosi,
melette selvatiche ed altro.
Ma le arance le abbiamo fatte fuori in tre-quattro
giorni.
I cachi un po' allappanti ma molliconi ed aromissimi,
acquosi in abbndanza del supermarket, datteri
denocciolati Tunisia (prima volta che ne mangio,
ma preferisco i datteri con i noccioli), e poi
non mi piacciono i datteri trattati con il Glucosio;
fighi secchi.
Oggi a tavola, pasta condita dal peperoncino
in polvere dolce, peperoni fritti molto buoni,
e...topinambur: alternanza di cotto con il crudo,
una via che seguo da tempo ma non sempre
mi è possibile praticare, ma di cui capisco sempre
piu' l'utilità.
Questo pomeriggio, con l'operaio
indiano Happy Singh di Hoshiarpur, Punjab,
il Kebap, ahime' carne, ma per uscire un po'.
Il fatto è che la sera non esco mai, e socializzare,
diventa occasione di mangiare, cene e bagordi.
Dopo i datteri delle 16.00 non avevo nessuna fame,
abbiamo mangiato alle 19.00, e devo dire la verità,
i Kebap erano gustosi anche perchè ho voluto
almeno bombarli di verdure (preferisco il kebap
turco con tutte quelle lattughine fresche tagliuzzate,
cipolla cruda, fette di pomodoro e un po' di Harissa
che le solite tristissime pizze al taglio, tutte
strabocchevoli di mozzarella...).
Ovviamente, il prossimo appuntamento con
il Kebap, è rimandato alle classiche Calende
Greche, e pace.














































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