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domenica 15 gennaio 2012

VEGANISMO: NON E' SEMPRE FACILE...


 NON E' SEMPRE FACILE...


Vivere in famiglia, con genitori anziani, e pretendere
di essere dei vegani perfetti è un impresa difficile.
Purtroppo mi sto accorgendo, che a volte mi trovo
a mangiare anche io del cibo animale, per molti
motivi: noia, stanchezza, poca o nulla disponibilità
da parte di mia madre a sopportare le mie cucine
(ieri, rimasto solo per il pranzo, ho cucinato
una minestra perfettamente vegana, esagerando
un po' con...l'aglio in polvere TRS, quello che usano
gli indiani in Europa, e l'odore ha fatto infuriare,
al ritorno mia madre), e soprattutto a volte non
riesco a comprare tutto quel che dovrei per cibarmi
in modo completo e soddisfacente, da vero 'vegano
militante'.
Vegano militante non lo sono mai stato e mai lo
sarò, alla fine ho capito l'importanza capitale
di aver sostanzialmente dato una sterzata al modo
di alimentarmi, non certo pero' da potermi ritenere
vegano al 100%, od addirittura 'igienista'.
L'Igienismo è una forma altissima di perfezione
sulla carta facile da realizzare, ma in realtà
molto ostica: a meno di apportargli un minimo
di personalizzazione, il rischio è quello di
partire alla grande, e poi di perdersi a
mano a mano, speciè se dietro non c'è una
grande volontà ferrea e la giusta serenità.
Fattori ambientali: dico la verità, i fattori
ambientali non hanno influito quasi mai,
tantomento quelli culturali e delle tradizioni
locali: mi ritengo una persona normalmente
socievole ma attualmente molto ritirata,
specie nei mesi freddi: rarissime le occasioni
di cene in compagnia, men che meno gli incontri
al bar, unica isola fuori casa, il ristorante
cinese, dove oltretutto prendo solo cibi
di origine vegetale, e rare anche le pizze
al taglio (quelle purtroppo senza la famigerata
mozzarella sono rarissime e quasi sempre
scadenti e di insulso sapore).
In tre anni ho mangiato con un amico, due volte
il Kebap, allo stesso amico ho fatto magiare
anziche' il Kebap, i datteri, devo dire con
altrettanto gusto.
Per dire, il Kebap ha carne molto gustosa,
uno strappo l'ho fatto senza grandi complessi
di colpa, e poi il paninone l'ho fatto riempire
di insalata e soprattutto triti di carota
e cipolla crude, che alla fine avrei mangiato
anche il cartoccio!
Mentre le pizze al taglio, con l'onnipresente
mzzarella ormai le ho abbastanza in odio, anche
perchè trovare delle buone pizzette alla teglia
è diventato impresa ardua...
Ci sono pizzerie che ti fanno diventare vegano
solo a vedere le porcherie che offrono:
recentemente ne ho visitata una che su ogni
singolo trancio piazzava un gambero con tanto
di chele in bella evidenza: a tutto c'è un limite:
si direbbe di si', se non avessi visto piu'
in la, in un comparto a parte, la pizza con
la nutella: li' non ci ho visto piu', e
seppur a malincuore ho ripiegato ancora
una volta dai Cinesi, per il formaggio
di soia stufato con funghi e porri.
Comunque, quel che davvero conta, per un
minimo di veganismo, fatto arrimpicandosi
sugli specchi, è continuare ad evitare
la carne ed il pesce 'in masse', ossia
le bistecche, le busecche, fritture, il
baccalà, i brodetti e via discorrendo.
naturalmente la mattina deve essere
e rimanere il più possibile, blindata:
frutta, frutta e solo frutta: succosa
e acidula la mattina presto, ed una banana
dopo le 11.30 và bene.
Fatto questo, se si riesce a mettere la
canonica insalata prima di iniziare
pranzo e cena, ed evitare ogni possibile
cibo animale, io penso che si sia fatto
già il 50% dell'opera.
Poi si entra nel campo del virtuosismo:
una, od addirittura due merende fruttariane,
una cena leggera e con pane integrale,
prendere il sole, respirare e muoversi,
non necessariamente correre (io peso
2 quintali, per me la corsa è proibita),
cercare di essere vivi, non lasciarsi
afferrare dalla morsa del carattere
e dell'abitudine, dal pessimismo,
dallo scoraggiamento, dalle compensazioni,
dall'individualismo e dall'egoismo,
dall'isolarsi nella società...
In fondo, rinunciare ai cibi animali
non è difficile, è tutto il resto, quello
che noi siamo e sentiamo, che tende a
depremirci ed immalinconire, ad essere
pericoloso per ogni iniziativa, anche la
più nobile ed ecologica.