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domenica 13 novembre 2011

CIBI ETNICI ANIMALI E VEGANISMO

E' davvero difficile, dopo aver letto l'ultima monografia
di Valdo Vaccaro, su certi orrendi usi ancora in atto
nel sud-est asiatico, non provare un certo imbarazzo,
nel mostrare fra i miei ultimi acquisti, anche alcuni
prodotti animali, in questo caso, ittici.
Lo ammetto, il desiderio di riassaporare il gusto
di un ricordo di molti anni fa' (1995), mi ha spinto
ad ordinare la pasta di gamberetti, la salsa di pesce
ed il pesce in polvere.
La pasta di gamberetti è stata mangiata (due punte
di cucchiaino) con un certo gusto, colle fette
biscottate integrali, la salsa di pesce una volta
cotta nelle minestra (oltretutto vegetale e cotta
solo per pochi minuti), non si sentiva piu',
e il pesce gouramy, salatissimo ed inquietante,
lo daro' a Pippo, il siamese di casa, che almeno
per un po' riassaporera' il gusto delle sue origini,
proprio la Tailandia.
Scarto sempre i cibi animali, e quando non li scarto
li mangio a collo torto, o con poco gusto, le eccezioni
sono sempre meno, e le tentazioni le vinco
con i cachi, le mandorle e i fighi secchi, quando
e' il periodo, e cosi' i datteri.
Purtroppo i cibi etnici resistono, ma mi ero gia'
prefisso comunque, che avrei concesso solo
due assaggi, dettati piu' che altro dalla solita
attrazione verso i cibi esotici e strani, 'sporchi',
triviali.
Un errore in cui ogni tanto ricado, ormai pero'
molto raramente.
Il fatto è semplice: Tailandia, Cina, Paesi Arabi,
India, Pakistan, Ucraina, Romania e Turchia,
i cibi animali hanno ovunque lo stesso sapore.
Che a volte, inutile essere ipocriti, è di fatto
buono, se non altro perche' sono sapori
che conosciamo bene, e che non ci infastidivano.
Ma oggi, infastidiscono eccome: ecco, per chi non
è mai stato vegano, è difficile da spiegare:
si mangia quel tocco di cibo animale, prendiamo
l'esempi sciocco e triviale, la coscia di pollo
arrosto: certo, la mangio sentendo ancora
il sapore buono tipico, ma non sento piu'
il piacere di farlo di quando non ero ancora
vegano, di quando ancora non conoscevo
i benefici derivati dalla loro drastica riduzione
prima e quasi totale eliminazione poi.
Non sono un debole: se in tavola c'e' del
verde, anche fosse solo carciofini o pomodori
secchi contro tonno ed alici od una fettina
in padella (bleah) o altro, beh, io non guardo
la roba animale, mangio con gusto quel poco
che c'è di vegetale, e passo alle mandorle,
ai datteri e ai fighi secchi, indubitatamente.
Molto raramente capita di mangiare un pezzo
di formaggio (solitamente un fomaggino),
o un po' di porchetta, ma specie quest'ultima
la evito a due chilometri lontano, sapete perche':
perche' mi piaceva e mi piace, ma non la mangio.
Quante cose mi piacevano da matti: tutte quelle
che un bulimico come me potete immaginare
amano: il passaggio dal mondo animale a quello
vegetale ha cancellato tanti disturbi alcuni
anche pesanti e noiosi, non ho eliminato
il pane, la pasta integrale compare rarissimamente
(mia madre non la tollera, ma l'altro giorno
ha preparato delle farfalline integrali a mia insaputa
con i broccoletti ed haldi (la curcuma), pinoli
e olio d'oliva che eran la fine del mondo),
e poca frutta, specie di sera, ma se c'è una
cosa che oltre alla carne ed al pesce in masse,
ho eliminato queste si' in modo totale,
sono il caffe' (mai piaciuto comunque, se non
illo tempore nel latte e poi nella soia), il the'
e soprattutto le bibite gassate.
Mi concedo, quello sì, e con gran soddisfazione,
l'acqua col Tammarindo: la pasta di Tammarindo
originario, con dentro ancora baccello e semi,
un pezzetto nell'acqua fresca, per una ventina
di minuti, dà una bevanda assolutamente
naturale, con quell'acidetto che specie d'
estate rinfresca un bel po', niente zucchero
ovviamente, niente gas o bollicine.
Quindi, concludendo, si' ai cibi etnici
ma quali?
Discorso ovviamente chiuso per quei due-tre
svarioni ittici...di ricordo, il resto è tutta roba
vegana, magari non tutto è salubre (glutammato
e sale c'e' in alcune preparazioni tipo salse
tailandesi e vietnamite), ma sempre piu' punto
a erbe e spezie non forti o stimolanti: finocchio,
levistico, Garam Masala, Tandoori Masala, aglio,
curcuma, peperoncino, foglie di cari, l'Assa Fetida
dall'India; Tammarindo e Citronella dalla Tailandia,
la buonissima Galanga e lo Zenzero
dal Laos.
Lo Zenzero fresco in radici che si trova ormai
anche qui in paese è davvero fresco, quando
se ne sgronacchia un pezzino con i denti,
è bagnato, saporitissimo, profumatissimo
e anche un po' piccante: straordinario!
Uso mangiarlo come mi hanno insegnato
dei miei lavoranti del Punjab: tagliato a sottili
strisce o fettine, e cosparso di succo di limone
o di lime e quando c'e' un pizzichino di Kala
Luun (il sale nero indiano), ma dev'essere
proprio un pizzichino, senno' sa' di sale,
e dispiace; invece un pizzico solamente...
da all'inizio un aroma di scorreggia (eh si'...
è lo zolfo contenuto in quel tipo di sale),
poi è invece squisito.

Fra poco, i datteri!!!
A dir la verità quest'anno ho mangiato,
rispetto l'anno scorso, meno cachi,
specie alla vaniglia, ma ho mangiato
piu' cachi morbidi e sugosi.
E soprattutto, ho rimangiato, dopo
almeno 25 anni, le caldarroste, che
qui in paese sono praticamente ad ogni
strada...d'altra parte, Castagneto e Castel
Castagna, due località nei dintorni,
la dicono lunga sulla concentrazione
di questo umile ma eccezionale frutto
nella mia zona alle pendici del Gran
Sasso e dei Monti della Laga...

Camix









































































































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